"La decisione di fermare quelli che ormai sono pollai televisivi non è né scandalosa né preoccupante anche perché potrebbero essere sostituite da tribune politiche". Silvio Berlusconi commenta così la delibera di ieri della Commissione di Vigilanza Rai che di fatto "oscura" nell'ultimo mese prima del voto anche le trasmissioni di approfondimento, come Ballarò, Porta a Porta, Annozero, che non potranno andare in onda oppure dovranno trasformarsi in tribune elettorali regolamentate. Il premier quindi entra a suo modo nel dibattito che ha visto il Pd ed i giornalisti sul piede di guerra per tutta la giornata.
Duro era stato Pierluigi Bersani. "Una decisione da rivedere perché tocca profili di libertà. La preoccupazione del centrodestra è quella di chi vuole ovattare la realtà e nascondere i problemi", argomenta Bersani. Per il leader del Pd non c'è "incompatibilità alcuna tra trasmissioni di approfondimento giornalistico affidate alla responsabilità dei conduttori e all'osservazione della Vigilanza e l'apertura nel palinsesto di finestre elettorali che mettano tutte le forze in parità di condizioni. Con questa impostazione la decisione della Vigilanza va rapidamente riconsiderata".
Il presidente della Rai, Paolo Garimberti, annuncia che "domani il consiglio di amministrazione discuterà del tema, di cui è già stato investito il direttore generale, per valutare l'impatto del regolamento sulla linea editoriale delle trasmissioni e più complessivamente sulla gestione aziendale a vari livelli".
Ma anche tra i giornalisti il malumore è forte. "A me questi azzeramenti non piacciono e comunque il programma 'Porta a Porta' ha rispettato più la par condicio di altri", dice Bruno Vespa. Il conduttore ha annunciato l'intenzione di fare una comunicazione scritta per spiegare la sua posizone in merito alle restrizioni sui talk-show. "Siamo davanti all'ingordigia della politica che si mangia l'editore, l'azienda, i conduttori, i giornalisti e anche gli ospiti. Oltre, naturalmente, ai telespettatori che pagano il canone". E' il commento di Giovanni Floris. "Esistono i programmi appositi - argomenta il conduttore di Ballarò - che assicurano spazi alle parti politiche, ma queste ultime vogliono di più e pretendono di occupare trasmissioni di successo sperando che il pubblico resti incollato alla fascia oraria, a prescindere da quello che va in onda. Non credo sia il ruolo dei parlamentari quello di disegnare i palinsesti, fare gli inviti per il martedì sera, selezionare gli argomenti da trattare: i parlamentari hanno compiti ben più alti e importanti. Non è d'altronde compito di un giornalista parlare di argomenti stabiliti a prescindere, con interlocutori decisi da altri. Non credo infine sia l'aspirazione del pubblico Rai quella di scoprire (al posto della trasmissione che ama) un susseguirsi di dichiarazioni di candidati alle Regionali".
"L'informazione come la libera manifestazione del pensiero è un diritto fondamentale del cittadino garantito dalla Costituzione. Pretendere di oscurare i talk show della Rai perchè non si riesce a trovare un modo per regolamentarli in periodo di campagna elettorale è un atto grave verso il servizio pubblico e i suoi utenti", afferma un ordine del giorno approvato per acclamazione dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, riunito oggi in Roma.
"La Rai", fa sapere Garimberti in una nota, "è sempre tenuta al rispetto delle decisioni della Commissione parlamentare di vigilanza. Le novità in materia di comunicazione e informazione politica introdotte dal regolamento approvato ieri dalla Commissione presentano aspetti che richiedono un immediato approfondimento". Per questo motivo, spiega, "domani il consiglio di amministrazione discuterà del tema, di cui è già stato investito il direttore generale, per valutare l'impatto del regolamento sulla linea editoriale delle trasmissioni e più complessivamente sulla gestione aziendale a vari livelli".
http://www.repubblica.it/politica/2010/02/10/news/rai_par_condicio-2247137/
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